Patrizia Crippa

Titolo della tesi:
" Translitterazione automatica di testi letterari in partiture musicali: strumenti di analisi "

Riassunto:

Lo scopo di questa tesi è quello di operare una translitterazione dei testi letterari in partiture musicali.
Il tipo di approccio che si è cercato di seguire, che si giustifica in base ai recenti studi di linguistica, e di definizione di significato e significante, è stato quello di assumere una relazione di relativa indipendenza tra letteratura e musica, e studiare in che termini si può parlare di mappaggio di elementi testuali in elementi musicali.
In base a quanto studiato dai critici letterari, si è voluto restringere la ricerca ai testi italiani e spagnoli: la metrica, il ritmo, il verso italiani e spagnoli, e in parte anche quelli francesi, hanno delle caratteristiche proprie che altre lingue come l'inglese non hanno e quindi per queste ultime potrebbe risultare arbitraria qualcuna delle assunzioni fatte.
Tra le forme letterarie possibili si è voluto considerare il sonetto per la sua struttura rigida e ben definita in cui è possibile vedere applicati alcuni concetti musicali quali il ritmo e l'accento (in realtà, il programma si può applicare anche a testi comuni ma ciò fa, in parte, perdere il significato originario). Si sono ottenuti anche dei risultati interessanti quando si è considerato un dialogo (la scena della gelosia di Otello accesa da Jago, dall'opera "Otello" di Shakespeare di cui si è considerata la traduzione spagnola). Ciascun personaggio è stato tradotto con un diverso strumento musicale. La scelta degli strumenti (contrabbasso per Otello, violino per Jago), da sola, ha permesso di realizzare quell'effetto di sentimento, situazione drammatica che caratterizza il dialogo, mentre la linea melodica è stata generata automaticamente prescindendo da considerazioni semantiche.

Per la translitterazione di testi in musica, si è resa necessaria la definizione di alcuni strumenti in grado di permettere lo sviluppo su computer del programma.
1) Si è proceduto a definire una codifica musicale che costituisce uno standard per tutto il Laboratorio di Informatica Musicale (LIM). Tuttora non esiste ancora uno standard internazionale in quanto il problema risulta essere molto complesso. Non solo il linguaggio musicale è ambiguo e difficilmente rappresentabile in quanto spazia fra diversi livelli (di cui la nota o una sequenza di due o tre note rappresenta il livello più basso) ma non è neppure riconducibile al solo aspetto musicologico. Per ottenere uno strumento significativo che copra tutti gli aspetti della rappresentazione musicale, occorre considerare anche l'aspetto grafico e quello esecutivo. Un ulteriore problema dovuto al sovrapporsi di tutti questi aspetti è la notevole quantità di informazione che deve essere memorizzata per ottenere una codifica che non trascuri i dati che potrebbero essere significativi per uno di questi aspetti.
Per la definizione della codifica LIM, si è curato soprattutto l'aspetto musicologico e in particolar modo la codifica degli eventi musicali (soprattutto degli ornamenti) mentre per l'aspetto esecutivo si è utilizzata una codifica internazionale di trasmissione dati che è la codifica MIDI (Musical Instrument Digital Interface). Per l'aspetto grafico, invece, si sono utilizzate le primitive grafiche messe a disposizione dal sistema Macintosh.
Per cercare di fornire uno strumento completo che potesse essere utilizzato da tutti i laureandi e collaboratori del LIM, si è definito e implementato anche un parser musicale che prendendo come input un testo scritto secondo la codifica, fornisce come output sia una segnalazione degli errori sintattici (e anche di alcuni semantici) sia una struttura dati dinamica, che simula la visione a spartito, da utilizzare per la creazione di programmi di analisi e/o sintesi di partiture. La struttura, infatti non lega solo la nota a quella precedente e a quella successiva in ordine temporale, ma crea anche un legame con le note che hanno lo stesso istante d'inizio. Questo facilita quindi l'analisi in verticale del brano e fa in modo che non esistano direzioni privilegiate.
2) Il testo da interpretare deve essere sillabato: per facilitare il lavoro dell'utente si è implementato un algoritmo di sillabazione che utilizza le regole di sillabazione della grammatica italiana (concordate fra l'associazione degli editori).
L'algoritmo implementa tutte le regole generali ma non i casi particolari in cui non si prevede solo di saper distinguere una parola, una sillaba e i diversi caratteri ma (ad esempio) riconoscere quando una parola è una parola composta o se una parola è costituita da un prefisso nel qual caso dovrebbe avere anche un criterio per distinguere se la parola è o no un termine scientifico (solo a questi ultimi si applica una sillabazione diversa da quella generale). Non è stato infatti, implementato nè un dizionario strutturato nè si sono utilizzati mezzi interattivi di comunicazione fra utente e sistema per risolvere i casi dubbi (non esiste una procedura di apprendimento da parte del sistema). I risultati sono comunque buoni soprattutto perchè i testi che devono essere sillabati sono testi letterari: l'intervento dell'utente, ad avvenuta sillabazione, è minimo.
3) Per fornire una sorta di interpretazione della struttura, si è realizzata un'accentazione automatica dei sonetti (è utilizzabile anche per testi costituiti esclusivamente da endecasillabi), basata su ricerche fatte da alcuni critici italiani. Essi hanno esaminato gli endecasillabi di autori più noti (quali Dante,Petrarca,Ariosto e altri) e hanno fatto una classificazione dei tipi degli endecasillabi ottenendone 22 tipi diversi. L'algoritmo implementa un sottoinsieme delle regole che sono state trovate e nel fare ciò, cerca di dare la preferenza alle eventuali indicazioni fornite dall'utente. Inoltre basandosi sul fatto che comunemente l'accento tonico delle parole corrisponde anche all'accento ritmico, utilizza anche alcune considerazioni sugli accenti dei bisillabi e trisillabi (li considera piani) ed evita accuratamente di accentare i monosillabi che non sono già accentati.