RIASSUNTO

 

Assume il nome di diteggiatura l'arte di stabilire il modo più sicuro di esecuzione di un brano musicale mediante un uso razionale delle dita. Mentre per certi strumenti musicali la diteggiatura è fissa, per altri essa è in stretta connessione con la volontà interpretativa dell'esecutore; in particolare, nel pianoforte essa rappresenta una parte importante della tecnica esecutiva, determina il fraseggio e quindi, in ultima analisi, la qualità espressiva dell'interpretazione.
In passato diversi pianisti e compositori si interessarono della specificazione del processo di diteggiatura, ma finora non si era ancora tentata una formalizzazione di tipo informatico.
Il lavoro svolto per questa tesi ha previsto una fase sperimentale nella quale si è realizzato un prototipo di diteggiatore automatico per pianoforte. Il modello sviluppato ha fatto riferimento ad un articolo di S. I. Sayegh su un analogo prototipo ideato per la chitarra, e consiste nella applicazione dell'algoritmo di Dijkstra ad un grafo stratificato rappresentante tutte le possibili sequenze di dita tra le quali selezionare quelle di cammino minimo. Nell'adattamento al pianoforte ogni nodo rappresenta una coppia nota-dito e i pesi degli archi vengono ricavati da una tabella.
L'apporto modellistico più rilevante è stato la ri-organizzazione della tabella sulla base di una relazione di equivalenza esistente tra le varie posizioni sulla tastiera, e ciò ha permesso di ridurre in modo considerevole la mole dei dati da ritenere.
Il programma DITA, che realizza il modello così definito, è stato sviluppato in linguaggio Pascal in ambiente Macintosh presso il Laboratorio di Informatica Musicale del Dipartimento di Scienze dell'Informazione dell'Università degli Studi di Milano.
Sono stati effettuati alcuni test sul programma e su di essi si è condotta una analisi sistematica dei limiti del modello, prospettando alcune linee di sviluppo futuro del sistema.
DITA infatti produce diteggiature "sintatticamente" corrette, e le anomalie di risposta dipendono da aspetti "semantici", spesso di natura contestuale.
E' stata condotta infine una analisi di sensitività sul modello ponendo in correlazione la distribuzione dei pesi nella tabella con i diversi modi di diteggiare. Per questa fase di lavoro è stata chiesta la collaborazione del clavicembalista Paolo Bianchi e del pianista jazz Sante Palumbo.
Il testo della tesi è stato organizzato in tre capitoli e appendici.
Nel primo capitolo della tesi vengono esposte le problematiche generali sul processo di diteggiatura; nel secondo viene esposto il modello e il programma DITA, nel terzo capitolo viene presentata l'analisi di sensitività condotta sul modello e la trattazione sui limiti semantici riscontrati.
Le appendici comprendono il testo sorgente di DITA, la tabella dei pesi di riferimento, le risposte dei test effettuati sul programma e il materiale inerente alla analisi di sensitività.